… EPPURE MI PIACE SOGNARE…

… Eppure mi piace sognare…

è il titolo dello spettacolo per voci recitanti e canti di lotta: è un intreccio tra testo e canti, ideato da Monica Molinari con la collaborazione di Gualtiero Calligaris che verrà rappresentato in anteprima la sera del compleanno di Leonard Peltier, 12 Settembre h 20, nell’inconsueto scenario del Presidio SOLE e BALENO a San Giuliano, Susa.

Il testo, scritto con l’ausilio del libro “Fogli dal carcere” di Nicoletta Dosio e “La mia danza del sole” di Leonard Peltier, è un dialogo tra tre personaggi:

LEONARD PELTIER: interpretato da Renato Sibille
NICOLETTA DOSIO: interpretata da Elena Garberi
MAGISTRATO: interpretato da Barbara Canova Ferrari

I Canti di lotta sono eseguiti dal Cor’okkio

Leonard Peltier compie 80 anni
Tradotto ingiustamente in carcere nel febbraio 1976

Lo spettacolo verrà replicato domenica 15 settembre ore 10.30 in Via San Lorenzo 51 a Bussoleno davanti alla casa di Nicoletta Dosio perchè trovandosi di nuovo in detenzione, sebbene ai domiciliari, non ha avuto il permesso di assistere allo spettacolo.

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“IL CARCERE DENTRO E FUORI” – CANTI ANARCHICI E POESIE – COR’OCCHIO E GIANNI MILANO AL BALON

IL CARCERE DENTRO E FUORI

Sabato mattina 27 Luglio al Balon, via Andreis angolo via Borgo Dora il Cor’okkio inscenera una rappresentazione musicale intramezzata da letture di canti anarchici di lotte sociali

l tutto accompagnato da cibo e beveraggi benefit perseguitati dalla legge

Stridenti armonie di lotta

Migliaia di anni per affinare le proprie tecniche, sistemi sempre più oppressivi e invadenti forme di controllo hanno permesso allo stato un’onnipresenza tesa a soffocare ogni idea.

Negli ultimi tempi abbiamo assistito all’accanimento statale verso un anarchico quale Alfredo Cospito, costretto ancora oggi, a subire la disumana tortura chiamata 41bis.

Volevano fossimo spettatori inerti di un caso mediatico, rimanessimo indifferenti all’indifferenza delle istituzioni di fronte alle condizioni fisiche sempre più preoccupanti di Alfredo che aveva deciso di lottare con forse l’unico modo a propria disposizione ovvero lo sciopero della fame.

La solidarietà ha fatto sentire la sua voce da ogni parte d’Italia e, il 4 marzo dello scorso anno, a Torino, in molti hanno deciso di scendere in strada per manifestare il proprio dissenso e urlare la propria rabbia, rabbia nata dalla paura del possibile ed ennesimo omicidio di stato.

Anche tale tentativo di opporsi ad un così delirante provvedimento, tentativo non privo del fuoco della passione, non poteva restare impunito ed infatti settantacinque persone sono state accusate di devastazione e associazione a delinquere ed alcune tra queste private della loro libertà attraverso le varie misure cautelari preventive.

La repressione nei panni della Digos è venuta a bussare anche alla porta del Barocchio muniti delle più assurde accuse. Il ritrovarsi a fare i conti con la magistratura ha un costo sia psicologico che economico ed e anche per questo che il Barocchio ha deciso di scendere in strada (come ha sempre fatto nel corso degli anni) nel cuore del Balôn, proponendo dei canti anarchici eseguiti dal Cor’occhio accompagnati dalla lettura di alcune poesie con un banchetto di cibi e bevande dove il ricavato sarà utilizzato unicamente per quelle che sono e saranno le spese legali; godendo al tempo stesso del piacere della convivialità di strada, del piacere di fare nuove conoscenze anche con persone che non si sono mai avvicinate alla realtà anarchica, o peggio,con coloro che si sono fatti um idea di cosa sia l’anarchia o chi siano gli anarchici attraverso le informazioni false e distorte dei media. In netto contrasto con quello che è lo spirito del tempo rappresentato fedelmente da un governo con al comando una xenofoba affetta da una freudiana «angoscia da la castrazione», come Giorgia Meloni.

Vorremmo che questa occasione sia lo spunto per una riflessione che non abbia una fine e non semplicemente fine a se stessa.

Barocchio squat

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